Il pipistrello bomba by Vincent Houghton

Il pipistrello bomba by Vincent Houghton

autore:Vincent Houghton
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bollati Boringhieri
pubblicato: 2019-05-22T16:00:00+00:00


E poi?

I restanti D-21B vennero trasferiti segretamente dalla struttura di collaudo della Lockheed a Groom Lake al «cimitero» dell’Aeronautica, alla base di Davis-Monthan, vicino a Tucson, Arizona. Nel 1977, un giornalista li scovò per caso, facendoli conoscere al grande pubblico. Non fosse stato per questo evento fortuito, forse non avremmo mai saputo di questo programma straordinario.

I resti del drone precipitato in un qualche punto dell’Unione Sovietica orientale vennero recuperati dai militari sovietici. Provarono a risalire alla tecnologia per ricavare un proprio drone (lo chiamarono il Corvo, o Voron in russo) ma alla fine non lo costruirono, risparmiandosi molte ansie. A quanto pare, il D-21B si era autodistrutto sopra la Siberia. L’abbiamo scoperto solo nel 1986, quando un funzionario del KGB diede furtivamente un pezzo del drone alla CIA.

Il rottame del drone della quarta missione, quello caduto in Cina, a quanto pare venne recuperato dalle autorità locali e poi analizzato attentamente dai militari cinesi. Alla fine, fu consegnato al Museo dell’Aviazione vicino a Pechino, dove è in mostra dal 2010.

Il collaudatore della Lockheed Bill Park continuò a pilotare velivoli sperimentali fino alla fine degli anni settanta. Una volta fece persino atterrare un aereo da ricognizione su una portaerei (una manovra di una difficoltà pazzesca). Ma nel 1978, durante un volo di prova del primo prototipo Have Blue (l’aereo che si sarebbe evoluto nell’F-117, il caccia invisibile ai radar dell’Operazione Desert Storm), Park scese verso la pista e iniziò la manovra di atterraggio. Nel momento esatto in cui il carrello toccò terra, l’aereo inaspettatamente si rialzò. Park ridiede gas e si risollevò per fare un cerchio e ritentare l’atterraggio, ma l’aereo aveva colpito il suolo con una certa forza e il carrello era fuori uso. Dopo aver provato invano a rimetterlo in funzione, Park fu costretto a risalire di nuovo e ad aspettare che il carburante si esaurisse (se state per far schiantare un aereo, è meglio che non abbia il serbatoio pieno di liquido infiammabile). Poi si catapultò fuori. Sopravvisse al lancio, ma riportò una commozione cerebrale per uno scossone dell’aereo. Perse i sensi (per fortuna il suo paracadute era progettato per aprirsi automaticamente) e atterrò a corpo morto nel deserto. Si ruppe una gamba e incrinò una vertebra. Quando arrivarono le squadre di soccorso, il suo cuore aveva cessato di battere. Riuscirono a rianimarlo, ma non poté mai più volare. Rimase alla Lockheed fino a quando non andò in pensione, nel 1989, e terminò la sua carriera nella posizione di direttore delle operazioni di volo alle Skunk Works, soprannome del reparto top-secret dell’azienda (per decenni diretto nientemeno che da Kelly Johnson). Nel 1995, Park fu uno dei cinque piloti collaudatori inseriti nella Aerospace Walk of Honor.

Infine, è possibile – per qualcuno probabile – che il fallimento del programma Tagboard abbia portato a un ritardo nell’impiego su vasta scala di sistemi senza equipaggio da parte della CIA. Naturalmente è un’ipotesi controfattuale, non verificabile, e non possiamo sapere se il D-21 ebbe davvero un peso in tal senso. Ma certo è difficile



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